Leggi la recensione di un film drammatico italiano disponibile su Raiplay sui contrasti generazionali tra padri e figli con due grandi attori italiani.

Un film drammatico italiano che affronta con coraggio e sensibilità le sfide di un’epoca di transizione, esplorando le fratture tra generazioni e classi sociali in un contesto urbano e industriale in mutamento.

Su Raiplay puoi guardare un lungometraggio del 1994 diretto da Pasquale Pozzessere (“Verso sud”, “Testimone a rischio”, “La porta delle 7 stelle”) che offre uno spaccato sulla deindustrializzazione degli anni ’90 e sulle sue ripercussioni sulla vita dei lavoratori e delle loro famiglie.

“Padre e Figlio” è un’opera intensa che esplora i conflitti generazionali e sociali in una Genova in piena trasformazione.

Protagonisti dell’opera prodotta da Angelo Rizzoli due attori italiani sempre straordinari nell’interpretare ruoli drammatici: Michele Placido (“La piovra”, “Un eroe borghese”, “Romanzo criminale”) e Stefano Dionisi (“Farinelli – voce regina”, “Sostiene Pereira”, “L’albero delle pere”) bel ruolo rispettivamente del padre Corrado, lavoratore idealista e padre frustrato dalla distanza emotiva e ideologica che lo separa dal figlio, e del figlio Gabriele, di cui esprime il turbamento e la disillusione di una gioventù in cerca di identità e appartenenza.

A dare forza al cast anche una giovanissima Claudia Gerini e Enrica Origo.

Il film disponibile su Raiplay è stato accolto molto positivamente dalla critica per il suo approccio autentico e per la capacità di intrecciare temi personali e sociali. Le recensioni su IMDb producono una media di quasi 7/10. Nel 1994 ha conquistati due David di Donatello, per la migliore fotografia e il miglior montaggio.

La storia che dà vita a “Padre e figlio” è ambientata nella Genova degli anni ’90, una città segnata dalla deindustrializzazione e dall’inizio dell’integrazione degli immigrati.

Corrado, un ex operaio dell’Ansaldo e guardiano notturno, è un uomo di ideali comunisti che ha vissuto la sua vita in prima linea nelle battaglie sindacali. Vive con la seconda moglie Angela e la loro figlia Anna, mentre cerca di gestire il difficile ritorno a casa del figlio maggiore, Gabriele, dopo il servizio di leva. 

Gabriele è un giovane senza prospettive, che rifiuta il lavoro in fabbrica e l’idea del sacrificio lavorativo valorizzata dal padre. La sua vita è un’alternanza tra corse in motocicletta, vita notturna e guadagni illeciti.

La tensione tra padre e figlio cresce quando Gabriele, dopo essere stato licenziato da un lavoro ottenuto grazie al padre, si imbatte in Valeria, una giovane transessuale riflessiva e indipendente, la quale sogna di lasciare Genova per rifarsi una vita a Bali.

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