Leggi la recensione e guarda il trailer di un film drammatico disponibile su Raiplay che rilegge gli Anni di Piombo attraverso un flashback onirico.
Un film drammatico che affascina per la sua capacità di mescolare tematiche storiche con elementi di fantascienza, il tutto attraverso una lente profondamente umana. Diretto da Susanna Nicchiarelli, su Raiplay c’è La scoperta dell’alba, opera del 2013 in cui la regista affronta temi come la memoria, il passato irrisolto e la difficoltà di affrontare i traumi che ne derivano.
Prodotto da Fandango in collaborazione con Rai Cinema, La scoperta dell’alba si ispira all’omonimo romanzo di Walter Veltroni, mantenendo lo spirito riflessivo e nostalgico del testo originale.
Protagonista della pellicola disponibile su Raiplay è Margherita Buy, una delle attrici più brave del cinema italiano, che interpreta Caterina, una donna alle prese con un passato traumatico legato alla scomparsa del padre. Accanto a lei c’è Sergio Rubini nel ruolo del fratello di Caterina, Marco. Completano il cast Lino Guanciale, che offre un’interpretazione solida e toccante, la stessa regista che appare in una piccola pare, Renato Carpentieri e Lina Sastri.
Le valutazioni online raggiungono la sufficienza sia su Google che su IMDb. Ad essere apprezzata particolarmente è l’interpretazione di Margherita Buy che è stata candidata, per la parte, al Globo d’oro come migliore attrice protagonista.
Uno degli aspetti più interessanti de La scoperta dell’alba è il modo in cui affronta la memoria, sia individuale che collettiva. Il passato, rappresentato dal trauma della scomparsa del padre di Caterina, è un fardello che la protagonista porta con sé e che influenza la sua vita attuale.
La possibilità di interagire con il passato attraverso il vecchio telefono rappresenta metaforicamente la necessità di affrontare i propri fantasmi e di fare i conti con gli eventi che hanno segnato la propria esistenza.
Il film ruota intorno alla figura di Caterina, una donna di mezza età che, insieme a suo fratello Marco, sta svuotando la vecchia casa di famiglia. Durante i lavori, Caterina si imbatte in un vecchio telefono che sembra ancora funzionare. Per gioco, prova a fare una telefonata e, con sorpresa, si accorge di poter comunicare con se stessa, ma nel 1981, l’anno in cui suo padre è scomparso in circostanze misteriose legate al terrorismo politico.
A questo punto, il film prende una svolta intrigante, con Caterina che inizia a dialogare con la sé stessa adolescente, cercando di cambiare il corso degli eventi e scoprire cosa sia realmente successo a suo padre. L’elemento fantascientifico della comunicazione tra due epoche non viene mai spinto oltre il necessario, mantenendo sempre il focus sulla complessità emotiva e psicologica del presente e del passato.
Quello che emerge è un viaggio tra il passato e il presente che, più che offrire risposte chiare e definitive, permette a Caterina di affrontare le sue paure e il suo dolore, risolvendo finalmente i nodi irrisolti che avevano segnato la sua vita. Il padre di Caterina, legato ai conflitti politici degli anni di piombo, diventa una figura centrale nel racconto, rappresentando un pezzo di storia italiana che ancora oggi suscita domande e divisioni.
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