Su Raiplay guarda Ricordati di Me un bel film di Gabriele Muccino sul ruolo della famiglia borghese italiana che ha perso i contatti con la realtà.
Una classica pellicola del cinema italiano dalla trama intricata che prende come punto di riferimento la famiglia eppure in grado di lasciare senza parole lo spettatore.
Il film del 2003 di Gabriele Muccino, intitolato Ricordati di Me, offre uno spaccato della famiglia italiana moderna. Un nucleo composto da persone disilluse, ormai, che non hanno sogni o speranze che non siano quelle alimentate dagli stereotipi televisivi. Una famiglia che, non solo, non ha più contatti con la realtà, ma che è incapace di comunicare. Tant’è che ogni membro di essa si ritrova da solo a vivere con degli estranei che pensava di conoscere.
Anche questa pellicola, come altri lavori diretti dal regista, viene ambientata nella Roma borghese. Ad affiancarla fa capolino il mondo della televisione con i suoi miti: fama e successo.
Un mondo che benché sia fragile e farraginoso, diventa appetibile in virtù del fatto che sembra un luogo unico ed esclusivo, di cui fare parte assolutamente.
Eppure, chi per poco ha avuto modo di farne parte, una volta spente le luci della ribalta, si ritrova da solo a fare i conti con le difficoltà di essere dimenticati per sempre.
In questo contesto, Ricordati di Me si inscrive come un film destinato a rimanere nel tempo e ad essere visto e rivisto. Certamente non è paragonabile al film che ne ha fatto da predecessore L’ultimo bacio ma contiene i capisaldi della regia di Gabriele Muccino.
Ricordati di me
In Ricordati di Me sono narrate le ambizioni dei quattro protagonisti principali. Giulia e Carlo (Fabrizio Bentivoglio), con i loro due figli: la 17enne Valentina e il 19enne Paolo.
Dove Giulia avrebbe voluto diventare un’attrice ma si ritrova a fare l’insegnante, suo marito aveva l’ambizione di diventare un grande scrittore ma si è ritrovato ad occupare il ruolo di commerciale, molto lontano dal suo lavoro dei sogni.
In un quadro di infelicità generale, Valentina (Nicoletta Romanoff) vorrebbe diventare una velina mentre Paolo (Silvio Muccino), che deve sostenere la maturità, vorrebbe occupare un posto di prestigio nella società ma, intanto, nella sua stessa relazione, non ha voce in capitolo.
Muccino dispiega la trama in modo che ciascun personaggio cerchi di raggiungere la propria realizzazione personale senza, tuttavia, comunicare tra di loro. Giulia (L. Morante) tornerà a calcare i palcoscenici innamorandosi del regista.
Carlo, invece, dopo aver partecipato ad un incontro con i suoi vecchi compagni di classe, si imbatterà di nuovo in un suo amore giovanile.
L’incontro con lei gli farà cambiare prospettiva, credendo che un cambio di rotta sia ancora possibile. Intanto, Valentina riuscirà a calcare le scene televisive soltanto grazie ad alcune doti.
Paolo coronerà il suo desiderio di avere qualcuno accanto che lo stima davvero.
L’unico personaggio davvero libero è quello interpretato da Monica Bellucci (Alessia) la quale, essendosi fatta carico delle proprie scelte è in grado di viverle con consapevolezza.
Anche se i personaggi non sono particolarmente profondi dal punto di vista psicologico, tanto da apparire, a tratti, sbiaditi, arrivano forti e chiari al pubblico grazie all’interpretazione magistrale degli attori che li interpretano.
La frase ricorrente del film è tu come mi vedi? Proprio perché non solo i protagonisti non sono in grado di vedere se stessi ma non riescono a concepire nemmeno l’altro. Una solitudine e frustrazione che li porterà a non conseguire ciò a cui auspicavano. Un dramma mosso dalla loro incapacità di amare e ricevere amore.
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