Leggi la recensione e guarda il trailer di un documentario biografico disponibile su RaiPlay che ripercorre la vita ed i successi del Pupone di Roma
Un viaggio intimo ed emozionante nella vita di uno dei più grandi campioni italiani, ora disponibile su Raiplay.
“Mi chiamo Francesco Totti” è molto più di un documentario sportivo: diretto da Alex Infascelli, il film racconta la straordinaria carriera del leggendario capitano della Roma attraverso i suoi stessi occhi e la sua voce. È una lettera d’amore alla Roma, alla sua città e ai tifosi, ma è anche la storia di un uomo che si racconta con umiltà, simpatia e nostalgia.
Chiunque ami il calcio, o semplicemente le storie di vita autentiche, troverà in questo film una fonte di ispirazione e commozione.
Infascelli ha saputo costruire un ritratto intimo e umano di Francesco Totti. Prodotto da Fremantle Italia e Vision Distribution, in collaborazione con Sky, Rai Cinema, Amazon Prime, Wildside e Capri Entertainment, il biopic è stato realizzato utilizzando un’ampia varietà di materiali: dalle interviste ai filmati d’archivio, dai video casalinghi alle riprese dei momenti più iconici della carriera di Totti.
L’unico “protagonista” del documentario è, naturalmente, Francesco Totti stesso. Con il suo inconfondibile accento romano e il tono diretto, il Pupone ci guida attraverso i momenti più importanti della sua carriera e della sua vita personale. La narrazione è arricchita dalle testimonianze di chi ha fatto parte della sua vita calcistica e personale, compagni di squadra, allenatori, amici e familiari.
Il film racconta la vita del campione concentrandosi principalmente sugli ultimi giorni della sua carriera, quelli che precedono il suo addio ufficiale al calcio nel 2017. Mentre si avvicina il giorno della partita d’addio, Totti ripercorre la sua storia personale, dagli inizi sui campetti di Roma fino ai momenti più gloriosi con la maglia giallorossa. Il documentario da vedere stasera su Raiplay è un mosaico di emozioni, dai trionfi più eclatanti, come lo scudetto del 2001, fino ai momenti più difficili, come l’infortunio del 2006 che ha messo a rischio la sua partecipazione al Mondiale, vinto poi dall’Italia.
Totti si racconta con una sincerità disarmante, passando dall’orgoglio per la sua carriera alla commozione per i momenti più difficili e ai ricordi più personali, come l’amore per la sua famiglia e la passione per la Roma. La voce fuori campo dello stesso Totti dà vita a immagini che catturano la profondità del suo legame con il calcio e con la città di Roma. Il film offre anche una riflessione sul senso del tempo che passa e sull’eredità di un grande campione.
“Mi chiamo Francesco Totti” è stato accolto con grande entusiasmo dal pubblico, in particolare dai tifosi della Roma e dagli amanti del calcio. Il film ha vinto il David di Donatello, il Nastro d’Argento e il Premio Flaiano 2021 come miglior documentario.
In un Paese in cui il calcio è molto più di uno sport, il lungometraggio non poteva che ottenere grandi riscontri da parte del pubblico.
Su IMDb, il lavoro di Infascelli ha una valutazione di 7,2 su 10, mentre su Google il gradimento è molto alto, con l’88% degli utenti che ha espresso un’opinione positiva. Questo successo di pubblico riflette l’affetto che i tifosi e gli spettatori provano per Totti, ma anche la qualità del lavoro dell’autore.
A distanza di anni dal suo addio al calcio, Francesco Totti si conferma un’icona, ma anche una persona che ha sempre mantenuto un legame autentico con le sue radici. Nel film che è possibile vedere su Raiplay, il campione si racconta senza filtri, condividendo momenti di grande gioia ma anche di grande difficoltà, offrendo un ritratto a 360 gradi della sua vita e della sua carriera. Che diventa un viaggio nel cuore di Roma attraverso le gesta di un figlio della borgata che ha saputo conquistare il mondo con il suo talento e la sua umanità.
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