Leggi la recensione e guarda il trailer di un film drammatico da vedere su Raiplay, che fa emergere lo scontro emotivo tra senso del dovere e moralità.
C’è un film drammatico su Raiplay che aveva attirato la mia curiosità sia per il tema trattato che per le recensioni lette on line (su Google il 54% di valutazioni positive, una meda di 6,4 suIMDb) e devo ammettere che la scelta si è rivelata particolarmente soddisfacente.
Ho infatti trovato L’ordine delle cose, diretto da Andrea Segre, un’opera potente e inquietante che affronta una delle questioni più complesse del nostro tempo: l’immigrazione clandestina e la gestione dei flussi migratori raccontati evitando la facile retorica.
Prodotto da Jolefilm e Rai Cinema, con il supporto del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT), la pellicola è stata presentata in anteprima alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 2017 suscitando curiosità ed attenzione per il suo approccio coraggioso al tema dell’immigrazione.
Protagonista del film che puoi vedere stasera su Raiplay è Paolo Pierobon, che interpreta Corrado Rinaldi, un funzionario del Ministero dell’Interno incaricato di gestire gli accordi tra l’Italia e la Libia per il contenimento dei flussi migratori. Accanto a Pierobon, si muovono attori del calibro di Giuseppe Battiston e Valentina Carnelutti, con interpretazioni strutturate e toccanti.
Il tema che emerge con forza dal lavoro di Segre è la dicotomia tra dovere e moralità. Corrado è un uomo che ha sempre svolto il suo lavoro con efficienza, ma l’incontro con Swada lo costringe a guardare da vicino le conseguenze delle sue azioni.
Il film pone domande difficili: fino a che punto possiamo ignorare la sofferenza altrui in nome del “bene comune”? Quanto può un uomo giustificare le proprie azioni basandosi esclusivamente sul proprio ruolo istituzionale?
La trama ruota attorno a Corrado Rinaldi, un funzionario del governo italiano che ha il compito di negoziare accordi con le autorità libiche per arginare l’immigrazione clandestina verso l’Italia. Il suo lavoro lo porta a gestire situazioni delicate e moralmente ambigue, con la missione di fermare i migranti prima che possano attraversare il Mediterraneo.
Corrado è un uomo efficiente, pragmatico, abituato a trattare i problemi con freddezza e razionalità, fino a quando non si trova di fronte a una situazione che mette in crisi le sue convinzioni.
Nel corso della sua missione in Libia, Corrado incontra Swada, una giovane donna somala che cerca disperatamente di fuggire dal paese. La relazione che si instaura tra i due è complessa: Corrado è diviso tra il suo dovere e il senso di responsabilità personale nei confronti di Swada e degli altri migranti. Questa tensione interna lo porta a mettere in discussione il sistema stesso e a confrontarsi con i limiti della sua morale.
La narrazione di L’ordine delle cose è straordinariamente attuale, mettendo in luce la realtà dei campi di detenzione libici, le condizioni disumane in cui sono tenuti i migranti e il complicato ruolo dell’Europa in questa crisi. Il film offre una rappresentazione autentica delle difficoltà che incontrano non solo i migranti, ma anche coloro che, come Corrado, sono incaricati di gestire questa tragedia umana.
Guardando L’ordine delle cose su Raiplay ti ritroverai inevitabilmente preso dai dubbi rispetto a questioni tanto complesse da un punto di vista burocratico quanto emotivamente coinvolgenti.
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