Scopri “La stoffa dei sogni” un film drammatico italiano su Raiplay con Sergio Rubini che rivela la forza eccezionale del cinema e del teatro.
Una straordinaria intuizione del regista Gianfranco Cabiddu sintetizza in una bella commedia drammatica una storia unica, che affronta i temi universali dell’inganno, della redenzione e del potere trasformativo dell’arte.
L’intuizione è quella di prendere le mosse per il suo “La stoffa dei sogni” del 2015 disponibile su Raiplay, da due opere teatrali, scritte in due epoche diverse, da due tra i più grandi drammaturghi della storia del teatro: “L’arte della commedia” di Eduardo De Filippo e il “Il mercante di Venezia” di William Shakespeare.
La grande forza del film di Cabiddu è quella di intrecciare due classici della letteratura con la realtà contemporanea, creando una storia ambientata ai giorni nostri in cui cinema e teatro si mescolano fino a rendere un risultato fluido e per questo accattivante.
Prodotto da Paco Cinematografica e Rai Cinema, il lungometraggio ha come protagonisti due grandi attori italiani, Sergio Rubini (“Questi giorni”, “Il talento di Mr. Ripley”) ed Ennio Fantastichini (“Notturno bus”, “Fortapasc”) .
Il primo interpreta il ruolo di Oreste Campese, un capocomico a cui Rubini riesce a conferire la giusta complessità che è l’anima della storia. Fantastichini è invece il direttore del carcere dell’Asinara, dove è ambientato il film. A completare il cast Teresa Saponangelo, Renato Carpentieri e Luca De Filippo.
“Semplicissimo e sofisticato insieme, sorretto da attori tutti straordinari” lo ha definito Fabio Ferzetti su Il Messaggero.
L’originalità della trama e della narrazione che fa affiorare in maniera eccelente gli elementi del teatro classico andnadoli ad attualizzare in un racconto stimolante hanno consegnato al lungometraggio di Cabiddu disponibile su Raiplay consensi quasi unanimi.
Su Google la pellicola viene premiata con il 74% di giudizi positivi mentre su IMDb le recensioni che premiano il lavoro conducono ad una media di 6,7/10.
D’altronde parliamo di un film che nel 2016 conquistò il David di Donatello per la migliore sceneggiatura adattata oltre a concorrere in altre otto categorie, tra cui quelle del miglior attore protagonista (Rubini) e del miglior attore non protagonista (Fantastichini). Nel 2017, conqiistò il Globo d’oro come miglior film.
A seguito di una tempesta, la barca che stava trasportando sull’isola dell’Asinara, tra gli altri , quattro detenuti destinati al noto penitenziario ed una compagnia di attori naufraga lasciando liberi di metersi in salvo tutti gli occupanti. Tre dei detenuti decidono di spacciarsi per attori della compagnia, con il placet del capocomico Oreste Campese (Rubini). Al direttore del carcere De Caro (Fantastichini) sorgono dei dubbi sulla reale composizione della compagnia.
In carcere, Campese decide di mettere in scena “Il mercante di Venezia” di Shakespeare, usando i detenuti come attori. Questo spettacolo diventa una metafora delle loro vite, con i prigionieri e gli attori veri che si trovano a riflettere sui temi di giustizia, misericordia e redenzione che emergono dalla pièce.
Il film esplora la trasformazione dei detenuti attraverso l’arte del teatro, mostrando come la recitazione e l’immedesimazione nei loro ruoli portino a momenti di introspezione e cambiamento personale.
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