«Un film così sapiente su un tema così doloroso: uno degli esordi italiani più belli degli ultimi anni». E’ la definizione data da Pupi Avati di “Altri Padri”, opera prima del regista Mario Sesti, disponibile tra i film italiani su Raiplay e presentato nel 2021 alla 39ma edizione del Torino Film Festival.
Questo film drammatico affronta un tema assai delicato non sempre presente nel dibattito pubblico vale a dire la possibilità che, di fronte ad una separazione dei coniugi, siano gli uomini a rimanere vittime di abusi all’interno del matrimonio. Ed è proprio questa realtà che la pellicola di Sesti prova a portare alla luce, prendendosi un rischio non da poco.
Nella sua narrazione, il regista andando oltre quelli che sono gli stereotipi dei racconti delle separazioni, prova ad indagare il dramma che, di fronte a soluzioni spesso forti, si trovano ad affrontare gli uomini. Per Giulio, il protagonista del film interpretato da Paolo Briguglia (“Buongiorno notte”, “Baarìa”, “Basilicata coast to coast”), il divorzio diventa una specie di tunnel senza uscita in cui deve provare a districarsi tra difficoltà economiche, obblighi di mantenimento senza trascurare l’aspetto sentimentale di un amore finito.
Il lungometraggio affronta le vicende della separazione osservandole dal punto di vista maschile. In particolare, emerge la difficoltà di un uomo che vede, giorno dopo giorno, aprirsi il baratro della disgrazia davanti a sé a causa di una donna, che veste i panni di Chiara Francini (“Una moglie bellissima”, “Maschi contro femmine”, “Sono tornato”) che riesce ad esprimere tutto il suo fascino ma anche tutta la sua grande pericolosità.
Del cast del film distribuito da Morol, fanno parte anche Maria Grazie Cucinotta e Lucrezia Guidone, nota per la sua partecipazione a “Mare Fuori” nella veste della direttrice.
La trama racconta le vicende di Giulio, che dopo aver scoperto il tradimento della moglie Annalisa e aver avviato l’iter per la separazione, si ritrova a vivere delle vicende surreali.
L’uomo si ritrova costretto a vivere in auto e, per di più, accusato di violenze domestiche. Una circostanza che gli impedisce di poter vedere i propri figli. Come se non bastasse tutto ciò, Giulio viene anche fermato dalla polizia ed arrestato perché trovato in possesso di droga.
Proprio quando la sua vita sembra essere incanalata verso il ramo discendente della parabola, all’interno del carcere di Rebibbia, l’uomo si ritrova a vivere una nuova prospettiva.
Il lungometraggio che è possibile vedere su Raiplay affronta un tema, quello della separazione dei coniugi, letto e raccontato da un punto di vista esclusivamente maschile. La sceneggiatura ruota tutto intorno ai sentimenti, alle ansie, alle disperazioni di un marito e padre che si ritrova ad affrontare privazioni e diritti negati, dalla perdita della casa all’impossibilità di incontrare e vedere i figli.
Il quadro che emerge è quello di un contesto in cui rabbia, ansia, violenza prendono il sopravvento sull’amore, i desideri e le aspettative di un tempo.
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