Ciccio Tavano e Gigi Castaldo, ovvero storia di talenti e di convergenze parallele, di due numeri dieci e del loro innato fiuto del gol.
In comune, i due bomber che alla vigilia della festa di Santa Lucia hanno ridato la vista (ed i tre punti) al pubblico del “Partenio-Lombardi” con un micidiale uno-due da delirio, oltre a numeri da categoria superiore, hanno la terra d’origine, quella Campania da sempre felix con chi il gol ce l’ha nel sangue.
Una terra che per entrambi è stata un oggetto del desiderio, sia pure da posizioni completamente opposte.
Per Tavano, casertano di nascita, giocare in Campania è sempre stato un desiderio che, fino alla scorsa estate, non si era mai concretizzato.
Empoli e Livorno le pietre miliari della sua carriera, con brevi parentesi a Roma e Valencia, per quel miraggio spagnolo solamente sfiorato al pari della possibilità di diventare un campione del mondo nel 2006, quando il ct Lippi un pensierino a lui, prima delle convocazione per il mondiale tedesco, lo fece eccome.
Un sogno cullato a lungo, quello di difendere i colori della sua terra natìa, e realizzato, dopo la chiamata di Walter Taccone, nonostante qualche comprensibile resistenza nel lasciare quella terra, la Toscana, che lo aveva adottato sin dalla più tenera età.
Proprio quella Toscana dalla quale, invece, un giovanissimo Gigi Castaldo era fuggito, sponda Siena, dopo poche settimane di permanenza, vivendo con disagio il distacco dalla sua terra, dalla sua gente, dalle sue origini.
Una carriera, quella del buon Gigi, che a differenza dell’amico e compagno di squadra si è interamente svolta sui campi della sua Campania, da Castellammare di Stabia a Benevento, da Nocera ad Avellino.
Ovunque leader indiscusso, ovunque beniamino a suon di gol e di giocate d’alta scuola che in più di un’occasione ha fatto immaginare quale piega avrebbe potuto prendere la sua storia calcistica se solo avesse accettato di confrontarsi con altre realtà.
Avellino li ha finalmente uniti sotto un’unica bandiera e, dopo averli a lungo attesi, gongola e spera.
Squalifiche e infortuni hanno impedito, finora, ai due funamboli di fornire quel contributo che, nelle intenzioni estive, avrebbe consentito alla squadra che lo scorso anno sfiorò la finale playoff di volare alto e di far continuare quel sogno interrottosi sulla traversa del Dall’Ara.
Forse ci sarà da stringere ancora un po’ denti e da smaltire (è il caso di Tavano infortunato in allenamento proprio alla vigilia della trasferta di Como) qualche logorio fisico, ma è probabile che per l’epifania mister Tesser ritrovi finalmente i suoi gioielli
E l’Irpinia, sempre più con la testa nel pallone, è pronta ad esultare con i suoi bomber made in Sud.