Oltre il virtuale, per un ritorno al futuro nel mondo reale. Una pacca sulla spalla vale più di un emoticon, un incontro casuale regala più emozioni di una chat.

Ovvio? Mica tanto, stando alle rilevazioni sul tempo che le persone normalmente trascorrono davanti ad uno smartphone, un tablet o un PC.

Ed allora, come recuperare l’elemento personale per metterlo al centro di interessi condivisi e da condividere?

Attraverso la rete naturalmente che, per una volta, però, non è quella virtuale ma la nuova intuizione in fatto di tempo libero di Lino Sorrentini, storico public relation delle serate avellinesi negli anni ’80 e ’90 (President Club, Club dei 500, Kiwi Club, Miss…) ed oggi affermato imprenditore nel settore della comunicazione on line.

“Il web è stata una grande rivoluzione, un generatore di tendenze ma anche uno sviluppatore di esigenze. Saper interpretare ciò che accade nel mondo, attualizzarlo, adattarlo ai contesti è la chiave per vincere nel terzo millennio. Oggi, a mio modo di vedere, si è aperto uno spazio nuovo per il tempo libero, uno spazio che si avvicina a quello di trent’anni fa ma che non abbandona certo le innovazioni”.

Al centro della nuova idea di aggregazione di Lino Sorrentini, c’è un concetto assai caro al giornalista avellinese. In fondo, parafrasando Venditti, certe passioni non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano.

The Social Club

Ecco allora che lo scorso 6 ottobre ha fatto il suo esordio “The Social Club” con lo scopo di incentivare, promuovere e realizzare attività di natura sociale, finalizzate principalmente alla valorizzazione del tempo libero tramite la promozione di eventi nel campo della Cultura, dell’Arte, del Commercio, dei Servizi, del Benessere, delle Professioni, della Gastronomia, delle Nuove Tecnologie, del Lavoro, dello Sport e del Turismo.

L’idea del club: un concetto che ritorna a distanza di trent’anni.

“In realtà è così. In principio fu il President Club, un’associazione giovanile cui diedi vita insieme ad altri amici negli anni ’80, che si occupava, manco a dirlo, di tempo libero attraverso l’organizzazione di eventi culturali, tornei sportivi, feste a tema”.

Qualche anno più tardi, conclusasi l’esperienza, fu la volta del Kiwi Club, una vera rivoluzione in tema di tempo libero e divertimento nella città di Avellino. Se vogliamo, quasi un anticipo di quel concetto di “rete” che sarebbe arrivato poi negli anni 2000.

“In effetti, gli anni del Kiwi Club furono caratterizzati non solo dall’offerta di eventi ma anche da un modo di ritrovarsi e stare insieme che all’epoca costituì un’innovazione non solo ad Avellino, ma in tutta la Campania”.

Se il Club è il mezzo, il tempo libero – o meglio la sua ottimizzazione – è l’obiettivo che sta a cuore a Lino Sorrentini, da sempre convinto assertore dell’esistenza, in una realtà come quella avellinese, di tante cose belle ed interessanti da fare che però non vengono opportunamente veicolate, generando l’ormai consolidato refrain: ad Avellino non c’è nulla da fare.

“In un certo senso, ho le prove di ciò che dico. Conclusa l’esperienza del Kiwi Club, attraverso il mio magazine, Agendaonline.it, che ho fondato nel 1996, una delle prime esperienze editoriali on line della Campania, ho cominciato ad osservare e raccontare il tempo libero non solo ad Avellino, ma in tutta Italia. Un canale privilegiato, il mio, che mi ha consentito di giungere alla conclusione sopra accennata”.

Si trattava in ultima analisi di fare sintesi.

“Diciamo che oggi ho una visione complessiva di ciò che la gente richiede quando non è a lavoro. Ed è innanzitutto un recupero di contatti veri, quelli alla base del cosiddetto marketing emozionale. Contatti che prima l’avvento dei telefoni cellulari e poi la diffusione dei social hanno finito per affievolire”.

Eppure, la rete virtuale dovrebbe moltiplicare i contatti…

“La differenza tra le rete virtuale e quella reale non la fa il numero dei contatti ma la qualità degli stessi. Trent’anni fa, c’era un solo modo per darsi un appuntamento: il telefono fisso. Se non si riusciva, cosa si faceva? Si usciva per il Corso, si andava in piazza al Tribunale o al bar e si incontravano persone. C’era per così dire una forma di comunicazione multidirezionale.

E poi cosa è successo ?

“Con l’avvento di Sms prima e Whatsapp, Messenger dopo la comunicazione è diventata invece sempre più bidirezionale. Riducendo le opportunità di confronto e di crescita, date dalla diversità, dalla novità, dalla conoscenza”.

In conclusione, come The Social Club intende operare per far crescere la rete, promuovere il tempo libero e far crescere la rete reale?

“Attraverso momenti di incontro, che vanno dalle feste danzanti ai viaggi, dalla partecipazione a concerti e spettacoli, alle cene sociali, alle serate al cinema…”

Serate al cinema?

“Sì. Quante volte è capitato di aver voglia di vedere un film ma di non avere la compagnia per andare al cinema? The Social Club vuole porsi anche come uno strumento per condividere passioni. Ed allora, ecco che abbiamo pensato, in collaborazione con alcuni partner che sostengono l’idea, di organizzare gruppi per andare a vedere i concerti in programma al Palasele di Eboli o al Palapartenope di Napoli, di promuovere viaggi organizzati, settimane bianche, week-end in città d’arte. Ma le occasioni di svago sono davvero tante: da incontri dedicati al benessere a cene sociali per degustare insieme le eccellenze del nostro territorio fino a serate dedicate al gioco, con i tornei di burraco che stiamo organizzando nello scenario dell’azienda agrituristica Ricciardelli”.