C’era un tempo in cui lo sport era il pretesto per cementare le amicizie. Era sufficiente uno spazio aperto ed il più era fatto.
Le divise con i nomi dei campioni non esistevano e per divertirsi e stare insieme era sufficiente (ma non necessario) un pallone.
Via De Concilii, nell’Avellino degli anni ’50, era una sorta di cantera ante litteram.
Qui si sono formati decine e decine di atleti, che hanno scritto pagine tra le più importanti dello sport avellinese.
Da Pippo Cindolo, maratoneta olimpico della nazionale italiana, a Giovanni Console, bomber che esordì in serie A con la maglia del Vicenza e visse una lunga carriera in serie B, fino a Pinuccio Ferrara, Emilio Sandulli, Franco Forino, Enzo Parisi, Gigetto Valentino e Tonino Maffei, che costituirono l’ossatura di quella Scandone antenata dell’odierna squadra che fa sognare i tifosi.
Tonino Maffei e la “cantera” di via De Concilii.
A raccontarli, quegli anni, è Tonino Maffei, una vita dedicata allo sport, all’impegno sociale, alla promozione della sua terra, dalla quale non si è mai allontanato.
I raduni pomeridiani, le corse in strada, le maratone di calcio e basket approfittando dei campetti scolastici del Colletta, del Mancini e dell’Amabile, lì a due passi.
“Bastava scavalcare muri e cancelli ed il più era fatto” racconta Maffei, volto storico del basket avellinese nonché docente che ha avviato intere generazioni di giovani allo sport.
“Eravamo una vera e propria polisportiva – ricorda -: in strada si praticavano tutti gli sport. Ma, in fondo, il vero motivo che ci spingeva a stare insieme era l’amicizia, quella vera, che grazie allo sport, alle sfide, alle partite, cresceva giorno dopo giorno”.
Ad accorgersi di quel gruppo di ragazzi che si divertiva e mostrava doti fisiche eccellenti fu un certo Ciro Melillo, all’epoca responsabile del Centro Sportivo Italiano, un ente di promozione.
“Ci reclutò in blocco e diede vita alla prima formazione di basket cittadina che, successivamente, si fuse con la Scandone, che era stata fondata qualche anno prima dal professore Grimaldi”.
Gli esordi con la maglia della Scandone.
Maffei, Ferrara, Forino, Parisi, Valentino, Sandulli furono i protagonisti della prima scalata in serie C della Scandone.
“Giocavamo nella palestra del liceo classico, i tabelloni erano di legno ed il pubblico poteva assistere alle gare solo da dietro i canestri”.
La prima innovazione la portò Sandro Abate, che ideò una struttura in tubi innocenti che potesse ospitare il pubblico che, intanto, cresceva numeroso.
“Eravamo amici, prima che compagni di squadra. Questo era il segreto dei nostri successi. Dove non arrivavamo con la tecnica o il fisico compensavamo con l’intesa, quella che avevamo costruito per strada, a via de Concilii”.
Chi, invece, rivoluzionò il gioco di quella Scandone fu l’indimenticato coach Rino Persico.
“Con lui praticavamo un gioco che nessun altro adottava: la zone press, il pressing a tutto campo, tutte cose che oggi non si vedono più, in un basket che è tutto incentrato sul pick and roll!”.
A 18 anni, Maffei, insieme ai suoi compagni di squadra, frequentò il primo corso per diventare allenatore di basket.
“Ce lo impose Melillo – racconta – perchè voleva che ognuno di noi comprendesse cosa significasse gestire un gruppo. E ci affidò i bambini del minibasket. In effetti aveva anche un altro scopo: riempire la palestra alla domenica quando c’erano le partite. Infatti, quando noi giocavamo, i bambini pretendevano di venire a vedere i loro allenatori, i genitori erano costretti ad accompagnarli e la palestra era sempre piena!”
Per anni Maffei continuò a calcare i parquet di mezza Italia. Poi vennero gli anni dell’Isef (“allora era difficile accedervi, non più di 60 iscritti all’anno”) e dell’insegnamento.
Gli anni dell’insegnamento, da Mercogliano ad Avellino.
“La mia prima cattedra come docente di educazione fisica fu a Mercogliano. Avevo 21 anni e ricordo le enormi differenze sociali che esistevano a quei tempi. Ebbi come alunno Cosimo Sibilia, che posso dire di aver avviato allo sport e soprattutto a capire cosa significhi l’impegno e il sacrificio in questo campo”.
Dopo sette anni, arriva il trasferimento al Liceo Classico “Colletta”.
“Una scuola in cui l’educazione fisica aveva un ruolo marginale. C’era il preside Aurelio Benevento che, però, era un grande sportivo, un amante del tennis. Mi bastò poco a convincerlo a realizzare un campo di tennis al posto del parcheggio.
E da lì venne poi il campo di calcetto, il tavolo di ping pong. Insomma, il Colletta assunse l’aspetto di un campus americano. Anche i docenti si sfidavano tra loro. Nell’ora di educazione fisica gli studenti potevano praticare numerose discipline e si cominciarono a vedere i risultati anche ai campionati studenteschi”.
Maffei, intanto, appese le scarpette al chiodo, cominciò la carriera da allenatore.
La Carisparmio, la squadra di basket femminile, in serie A (“Mi chiamavano quando non avevano soldi per ingaggiare qualche allenatore di fuori, ma io ero contento”), poi la Vito Lepore, considerato il settore giovanile della Scandone.
Nel 1985, arriva la svolta nella sua vita.
A 42 anni, ed in un’epoca tutt’altro che facile, Tonino Maffei abbandona il mondo della scuola, il “posto fisso”.
“Fui trasferito al Geometra. La palestra era inagibile e avrei dovuto trascorrere le mie ore a leggere il giornale in classe e a tenere a bada i ragazzi. Non ce la feci. Meglio rinunciare e dedicarmi alle mie passioni”.
Gli anni del commercio: ad Avellino arriva “Sport’s”
Gli diedero dell’incosciente, ma Maffei seguì il suo istinto. E subentrò come socio in un negozio di articoli sportivi situato al corso Vittorio Emanuele, Sport’s, fondato da Claudio De Feo, Roberto Pescatori e Geppino Gallo.
In pochi anni, divenne il punto di riferimento per tutti gli sportivi avellinesi.
Anche perchè Sport’s aveva una caratteristica: era uno dei pochi negozi in cui si trovavano abbigliamento ed attrezzature da neve.
I Pullman per il Laceno
“La domenica mettevamo a disposizione gratuitamente degli autobus per andare a sciare a Laceno. I bus erano sempre pieni, la montagna accoglieva i nostri gruppi che si divertivano ed apprezzavano. Le comitive diventavano sempre più numerose. E venivano a rifornirsi delle attrezzature da Sport’s…”.
E, qui, nasce la seconda vita sportiva di Tonino Maffei, quello che lo porta nel 1994 a far nascere la prima sezione avellinese del Club Alpino Italiano e, successivamente, della Federazione Italiana Escursionismo.
Negli ultimi 25 anni, l’ex ragazzo di via De Concilii ha percorso migliaia di chilometri attraverso i monti dell’Irpinia, tracciando sentieri, aggiornando la cartografia e contribuendo a scrivere il nome della provincia di Avellino lungo il Sentiero Europeo E1, quello che da Capo Nord arriva a Capo Passero in Sicilia.
A 73 anni, Tonino Maffei possiede ancora lo spirito, la forza e la curiosità di quel ragazzino che saltava cancelli in via de Concilii.
Con 60 anni di esperienza in più.