Scopri la recensione di un film drammatico da vedere su Netflix, una storia intensa tra crisi, resilienza e speranza.
Cosa accade quando la vita ti mette di fronte a una sfida improvvisa e sconvolgente? Come si affrontano le proprie fragilità e si riscoprono i legami familiari?
Tra i drammatici italiani su Netflix c’è un film del 2020 diretto da Francesco Bruni (“Scialla! Stai sereno”, “Tutto chiede salvezza”) e interpretato magistralmente da Kim Rossi Stuart (“Gli anni più belli”, “Romanzo criminale”) nelle vesti di protagonista.
La trama ci conduce nella vita di un uomo che, di fronte alla malattia, trova il coraggio di cambiare e di riscoprire ciò che davvero conta.
Una storia che si rivela universale e per questo coinvolgente oltre che penetrante. Stiamo parlando di “Cosa sarà” (2020) con la sua narrazione intensa e intimista, capace di toccare le corde più profonde dello spettatore. Il protagonista, interpretato magistralmente da Kim Rossi Stuart, è un regista di mezza età in crisi personale e professionale, la cui vita viene sconvolta da una diagnosi di leucemia mieloide acuta.
La malattia diventa il catalizzatore per un viaggio emotivo e familiare che porterà Bruno a confrontarsi con le sue fragilità, i rapporti irrisolti e il bisogno di ritrovare se stesso. Nel tentativo di trovare un donatore compatibile per il trapianto di midollo osseo, Bruno scopre una verità sorprendente sulla sua famiglia che lo porterà a rivalutare i legami affettivi e le sue priorità.
Tra momenti di dolore e inaspettata ironia, il protagonista intraprende un viaggio di rinascita, dove la fragilità si trasforma in forza e la malattia diventa un’occasione per ritrovare se stesso e il senso della vita. Francesco Bruni, che attinge alla propria esperienza personale, costruisce una narrazione autentica, intrecciando il dramma con momenti di ironia e leggerezza.
La sceneggiatura di questo profondo dramma in streaming su Netflix non cade mai nella retorica e si mantiene sempre equilibrata, regalando una visione sincera e umana della malattia, senza cedere a facili sentimentalismi.
L’interpretazione di Kim Rossi Stuart è uno dei punti di forza del film. Il suo Bruno è un uomo ordinario messo di fronte all’eccezionalità della sua condizione, e l’attore riesce a trasmettere con grande intensità il senso di smarrimento, ma anche la resilienza che nasce dalle difficoltà.
Al suo fianco c’è il cast di supporto, tra cui spiccano Barbara Ronchi (“Rapito”, “Dieci minuti“, “Settembre”), Giuseppe Pambieri (“Il conte Tacchia”, “L’orafo”) e Ninni Bruschetta (“L’uomo in più”, “Mio fratello è figlio unico”) che aggiunge ulteriore profondità alla storia.
Un altro elemento significativo è il ruolo della famiglia. Bruno si ritrova a dover riscoprire il rapporto con i figli adolescenti, uno dei fili conduttori più emozionanti del film. L’aspetto umano e relazionale è trattato con delicatezza, sottolineando come il percorso di cura sia tanto fisico quanto emotivo.
Dal punto di vista visivo, la regia di Bruni è essenziale e discreta, privilegiando primi piani e ambientazioni quotidiane che amplificano il senso di intimità della narrazione. La colonna sonora inoltre accompagna con sensibilità le diverse fasi del racconto, alternando toni malinconici e più vivaci.
Tutti elementi riscontrati positivamente nella critica cinematografica, tanto da guadagnarsi due Nastri d’argento, un Globo d’oro e un Premio Flaiano, oltre a due candidature ai David di Donatello. Per quanto riguarda invece l’indice di gradimento dal web, abbiamo una percentuale positiva da parte degli utenti di Google pari al 74%, mentre sul sito IMDb il punteggio è 6,8 su 10.
Il trailer su Youtube è un ottimo assaggio di un film drammatico e leggero insieme, che sicuramente riesce a colpire le corde profonde dello spettatore.
“Un racconto autentico e toccante che unisce emozione e leggerezza, senza mai scivolare nella retorica” (La Repubblica); “Kim Rossi Stuart offre una delle sue interpretazioni più intense, dando vita a un personaggio complesso e umano” (Corriere della Sera); “Francesco Bruni costruisce un film delicato e profondamente personale, capace di parlare a tutti” (Il Fatto Quotidiano).
Un’opera in sostanza che risulta capace di emozionare senza ricorrere a facili scorciatoie emotive, ma puntando su autenticità e cuore.
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