Scopri il film “La profezia dell’armadillo” su RaiPlay la trasposizione cinematografica di un successo editoriale di Zerocalcare.
La narrazione dei tormenti interiori di un giovane della periferia romana, pensieri e dolori che si trasformano in determinazione e ricerca di se stesso: su RaiPlay c’è un film tratto dal primo lavoro a fumetti di Zerocalcare.
E’ “La profezia dell’armadillo“, lavoro d’esordio alla regia di un lungometraggio di Emanuele Scaringi.
Il film, uscito in sala nel 2018, è stato presentato in concorso nella sezione Orizzonti alla 75ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Il soggetto del film è del fumettista Zerocalcare, al secolo Michele Rech, che altro non è che la trasposizione del suo omonimo volume dato alle stampe nel 2012 che gli valse il premio Gran Guinigi al Lucca Comics.
Prodotto da Fandango e Rai Cinema, il film è un racconto psicologico, in cui le vicende del protagonista della graphic novel Zero si intersecano con quelle di un armadillo frutto della sua immaginazione e che altro non è che la rappresentazione delle sue paure e delle sue incertezze.
La pellicola italiana in programmazione nel pacchetto dei film su Raiplay vanta un cast di attori italiani davvero interessante ed è piaciuta al 60% degli utenti Google.
Simone Liberati (Suburra, Bangla e, in tv, tra gli altri I Cesaroni) interpreta il ruolo del protagonista Zero con Valerio Aprea, volto noto del grande e piccolo schermo, che irrompe sulla scena nelle vesti dell’armadillo.
Pietro Castellitto, figlio d’arte di uno dei più grandi attori italiani, Sergio Castellitto è l’amico del cuore di Zero, Secco, mentre a interpretare la mamma di Zero è Laura Morante, attrice che ha lavorato al cinema con i più grandi registi italiani, da Bernardo Bertolucci a Mario Monicelli, da Paolo Virzì a Nanni Moretti.
Nel film di Scaringi, tra gli altri, anche Claudia Pandolfi, Diana Del Bufalo e Kasia Smutniak.
Nella profezia dell’armadillo, che ha ottenuto anche una candidatura ai David di Donatello, appare in video, per un divertentissimo cameo, uno dei più grandi tennisti italiani, Adriano Panatta, vincitore della prima Coppa Davis nel 1976.
Ma qual è la trama di questo film italiano che attrae molto anche per la sua particolare genesi: dalla matita di uno dei più grandi fumettisti italiani contemporanei al grande schermo?
Zero è un giovane artista, un disegnatore, che risiede nel quartiere romano di Rebibbia. La sua è una vita che scorre veloce, come tanti ragazzi della sua età. In assenza di un lavoro stabile, si adatta svolgendo le occupazioni più varie, come le lezioni private che dà ad uno studente di terza media.
La quotidianità si svolge tra le giornate trascorse nel quartiere, le avventure con l’amico d’infanzia Secco e le visite alla madre. Quando Zero rientra a casa, trova ad accoglierlo la sua coscienza critica, rappresentata da un armadillo con cui intreccia conversazioni surreali. L’annuncio della scomparsa di Camille, compagna di scuola e suo primo amore, lo spinge a afferrare con decisione la sua esistenza, caratterizzata dai dubbi e dalle incertezze tipiche della sua generazione, che si sente messa ai margini.
Zero decide di andare a Tolosa per portare l’ultimo saluto all’amica scomparsa, deceduta a causa di anoressia. Al suo ritorno, però, qualcosa in lui è cambiato ed inizia una nuova attività stavolta stabile come illustratore.
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