Scopri il grande cinema italiano su Netflix: storie di criminalità, coraggio e speranza firmate da Matteo Garrone, Paolo Sorrentino e Marco Bellocchio.
Quando si parla di cinema italiano d’autore, alcuni nomi e titoli sono destinati a emergere per la loro capacità di andare oltre la semplice narrazione, offrendo una riflessione profonda su temi universali come il potere, la memoria, e il tradimento.
Netflix ci offre l’opportunità di rivivere alcune delle opere più significative di questi ultimi decenni con tre film che, pur trattando argomenti diversi, sono uniti da una comune introspezione sulle dinamiche umane: “Gomorra” di Matteo Garrone, “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino e “Il traditore” di Marco Bellocchio.
Gomorra (2008) – Regia di Matteo Garrone
Cominciamo con “Gomorra”, un film che ha segnato un punto di svolta nel racconto cinematografico della criminalità organizzata. Tratto dall’omonimo libro di Roberto Saviano, il film di Matteo Garrone, visibile in streaming su Netflix, ci porta direttamente nel cuore pulsante del sistema criminale della camorra napoletana, mostrandoci un mondo spietato e corrotto.
Garrone sceglie un approccio asciutto, quasi documentaristico, che evita il glamour o la spettacolarizzazione della violenza tipica di certi film di genere. L’obiettivo è chiaro: offrire un ritratto impietoso di una società paralizzata dalla paura e dal potere criminale.
“Gomorra” si sviluppa come un mosaico di storie intrecciate che seguono diverse figure coinvolte nella rete della camorra, dai giovani aspiranti gangster ai boss ormai logorati. La forza del film risiede nella sua capacità di rendere palpabile il degrado umano e sociale, immergendo lo spettatore in una realtà brutale e senza vie di fuga.
Questa rappresentazione cruda del potere corrotto trova un filo conduttore con gli altri due film, seppur declinata in modi molto diversi.
È stata la mano di Dio (2021) – Regia di Paolo Sorrentino
Con “È stata la mano di Dio”, il regista Paolo Sorrentino firma un film profondamente personale, ambientato nella Napoli degli anni ’80. L’autore sceglie di raccontare la sua adolescenza, segnata da un evento tragico: la morte improvvisa dei suoi genitori.
Questo dramma personale diventa un pretesto per riflettere sulla memoria, sul destino e su quanto la vita possa essere imprevedibile. Il titolo stesso allude a una delle figure più celebri del calcio, Diego Armando Maradona, che con il suo gol di mano ha segnato non solo una partita, ma anche l’immaginario collettivo di una città intera.
Sorrentino, con il suo stile inconfondibile, che mescola poesia e realismo, ci regala un’opera visivamente splendida, dove il dramma personale si intreccia con il contesto sociale e culturale della Napoli dell’epoca. L’ironia e la malinconia che pervadono il film lo rendono un’opera delicata e toccante.
Rispetto a “Gomorra”, il mondo di Sorrentino è più intimo, ma altrettanto impregnato di una realtà complessa, dove il destino e la tragedia sono sempre in agguato. Anche qui, come in “Gomorra”, il contesto sociale e culturale gioca un ruolo centrale, facendo da sfondo a una storia di crescita e perdita.
Il traditore (2019) – Regia di Marco Bellocchio
Chiudiamo questo viaggio nel cinema d’autore italiano con “Il traditore”, un film anche questo visibile su Netflix, che racconta la vicenda di Tommaso Buscetta, il pentito di mafia che contribuì in modo decisivo al maxiprocesso di Palermo negli anni ’80.
Marco Bellocchio ci offre un ritratto intenso e complesso di un uomo diviso tra lealtà e tradimento, tra l’onore del mondo mafioso e la decisione di collaborare con la giustizia. Pierfrancesco Favino è magistrale nel ruolo di Buscetta, riuscendo a trasmettere tutta l’ambiguità e il tormento di un personaggio che, pur pentendosi, resta legato a un codice d’onore antico e inesorabile.
“Il traditore” non è solo un film su un collaboratore di giustizia, ma una riflessione su cosa significhi tradire e su come la coscienza possa essere un campo di battaglia, soprattutto in un mondo, quello mafioso, dove le scelte personali hanno ripercussioni letali. Bellocchio, come Garrone in “Gomorra”, ci offre uno sguardo spietato sulle dinamiche di potere, ma lo fa attraverso la lente di un personaggio centrale e carismatico, che lotta con il proprio passato e con la propria identità.
Cosa unisce questi tre film apparentemente così diversi?
La risposta sta nella riflessione che ciascun regista fa sul potere e sulle sue conseguenze.
Che sia il potere criminale di “Gomorra”, quello del destino e della memoria in “È stata la mano di Dio”, o quello della lealtà mafiosa in “Il traditore”, tutti e tre i film esplorano il modo in cui gli individui affrontano forze che li sovrastano.
Garrone, Sorrentino e Bellocchio ci offrono tre visioni potenti e diverse di un’Italia segnata dalla violenza, dal tradimento e dal dolore, ma anche dalla forza della sopravvivenza e della resistenza.
E, a proposito di talenti comuni, vale la pena ricordare che in due di questi film emerge la straordinaria presenza di Toni Servillo, uno degli attori più acclamati del cinema italiano. In “Gomorra”, Servillo interpreta magistralmente il ruolo di un imprenditore coinvolto nel traffico di rifiuti tossici, mentre in “È stata la mano di Dio” incarna un carismatico padre di famiglia, confermando ancora una volta la sua versatilità e potenza espressiva.
Se sei alla ricerca di cinema d’autore che non solo intrattenga, ma che faccia riflettere, questi tre film su Netflix sono una scelta obbligata.