Per chattare con i tuoi amici usi molto WhatsApp? Allora cerca di stare attento alla “WhatsAppitis”, scopri cosa sono i dolori della WhatsAppite.
L’hanno denominata “WhatsAppitis”, in italiano traducibile come “WhatsAppite”. Una nuova applicazione scaricabile sul proprio cellulare? No. Semplicemente un possibile disturbo di salute dell’epoca contemporanea legato al frequente uso di WhatsApp.
Problemi alle articolazioni, dolore improvviso e talvolta gonfiori. Questi i sintomi principali emersi dallo studio di un caso clinico da parte di un medico dell’ospedale dell’Università Generale di Granada.
Tale caso ha coinvolto una giovane donna in stato interessante recatasi dal medico in quanto manifestava, improvvisamente al risveglio, forti dolori a entrambi i polsi, articolazioni infiammate e gonfie.
Dialogando con il dottore avrebbe dichiarato di non aver fatto sforzi particolari nei giorni precedenti né di essere un soggetto potenzialmente a rischio, ma è emerso che usava trascorrere diverse ore impegnata in chattate sulla nota applicazione WhatsApp, durante le quali i movimenti delle dita e delle articolazioni erano dunque ripetitivi e frequenti.
La correlazione tra i sintomi manifestati e un uso smodato della messaggeria istantanea è risultata dunque la diagnosi più chiara.
La terapia offerta alla ragazza è stata, chiaramente, quella di astenersi dall’utilizzo del cellulare per scrivere messaggi, oltre a una buona dose di antinfiammatori.
La definizione WhatsAppite è entrata anche nella Treccani dove viene così descritta: s. f. Infiammazione dei tendini della mano causata dall’uso prolungato del cellulare per inviare messaggi mediante Whatsapp.
Ricordiamo che questo non rappresenta il primo caso di un utilizzo smodato di apparecchi elettronici. Quando infatti scoppiò il boom del Nintendo DS nel 1990 non di rado si parlava di “Nintendinitis” o “Pollice da Nintendo”, proprio a indicare lo sforzo ripetitivo nell’utilizzo dell’articolazione del dito per giocare.
Il problema, come ogni volta, non risiede tanto nell’oggetto o nel servizio in sé (nel caso di WhatsApp o anche di Facebook Messenger si tratta di un’applicazione che offre effettivamente diversi vantaggi tra cui la possibilità di comunicare senza limiti in maniera quasi totalmente gratuita – 80 centesimi all’anno dal secondo anno di utilizzo –), ma nell’uso improprio che se ne fa.
Il consiglio possibile è dunque sempre il solito: tablet, cellulari, applicazioni sì, ma occhio a non perdere la testa!
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