Astypalea (Astypalia) è lo scampolo più occidentale del Dodecaneso, anche se non annoverabile tra le grandi mete del turismo di massa in Grecia, con la sua “capitale”, l’antica cittadella di Chora, dominata dal castello veneziano, il museo archeologico e le sue innumerevoli baie un tempo bazzicate da pirati senza scrupoli, questa piccola isola, di origine vulcanica e dalla curiosa forma a otto, è meta ideale per tutti gli amanti della scoperta.
Girando per le sue strade in gran parte sterrate e raccogliendo la testimonianza degli abitanti, noi, questa estate, siamo riusciti a svelare un affascinante mistero.
- Diario di Viaggio di Dario Caltabiano (28 agosto 2006)
Come in tutte le isole del Dodecaneso, poi, anche qui si respira forte il sapore di un passato ancora vivo.
A Chora, come nelle sue frazioni affacciate sull’Egeo, troverete sempre qualche “anziano ragazzo” pronto a raccontarvi del tempo in cui la lingua ufficiale, in paese, era l’italiano.
Il porto di Agios Andreas
Arriviamo di notte, le piccole e rade luci del porto di Agios Andreas immerse nel profilo nero dell’isola. L’odore, vagamente dolciastro, rivela la natura vulcanica delle sue rocce. La strada, che costeggia il mare, risale, lenta e sinuosa, sotto la tenebra di un cielo senza luna.
Le prime luci che si incontrano, dopo quelle del molo di attracco, sono quelle della piccola centrale elettrica. Il profumo della rada vegetazione mediterranea invece, fa già intuire un paesaggio fatto di pochi elementi: un’isola “essenziale”. O forse, l’ennesimo scherzo di tutti i luoghi poco battuti dal turismo. E allora, la parola d’ordine sarà sempre la stessa: “cercare”.
Ma per adesso, l’unica cosa da trovare è un posto isolato dove poterci riposare. Spegnere i motori e riprendere in santa pace il sonno smozzicato di un viaggio in nave troppo breve per riuscire a dormire, troppo lungo per riuscire a non chiudere gli occhi.
Curva dopo curva, giungiamo in un piccolo paese di case bianche. La passeggiata a mare, distesa a margine di una lunga spiaggia di sabbia, è un susseguirsi di piccoli negozi e ristoranti fino al porto, mentre l’unica direzione possibile della strada, a questo punto, è inequivocabilmente l’alto.
Procediamo quindi in direzione del castello che, con la sua forte illuminazione, sembra ancora oggi, in qualche modo, voler sottolineare il suo antico e presente ruolo di guardiano e protettore dell’isola.
Abbiamo capito: quella che abbiamo appena attraversato è Chora, un tempo dominata dai veneziani, e oggi, in questo ultimo lembo di Dodecaneso ancora poco conosciuto alle rotte del turismo internazionale, meta principale dei vacanzieri (per lo più greci).
Oltrepassati i mulini a vento della piazza, proseguiamo lungo una traiettoria che non sapremmo disegnare sulla cartina. Ma non sarà difficile recuperare la via del ritorno: le strade asfaltate, qui ad Astypalea, pare siano la minoranza.
Il resto, almeno dalle poche informazioni che siamo riusciti a reperire, è roba da pionieri del 4×4.
La strada, intanto, abbandona la linea costiera per addentrarsi in un vallone che sembra scavato apposta per contenere un bacino, o perlomeno qualcosa di simile. Poi l’asfalto finisce e, in un piccolo spiazzo abitato da un gruppetto di papere che starnazzano al nostro passaggio, parcheggiamo le macchine.
Scendiamo per goderci l’aria fresca della notte e la suggestione mediterranea della macchia, mentre dieci, o forse cento metri sotto di noi, il buio nasconde una gola, o forse un lago. Quindi, nello spazio esiguo ritagliato in mezzo a una moltitudine sparsa di bagagli, mute, pinne e canne da pesca, proviamo ad abbandonarci al sonno e a lasciarci divorare dalla stanchezza di un viaggio troppo lungo…
Dal finestrino appena aperto si insinua un refolo di aria fredda. Le luci dell’aurora, intanto, ci svelano il mistero del paesaggio non più avvolto dall’oscurità: man mano che il “meltemi” si alza, spazzando via le rade nuvole depositate sulla cima dei monti, aumentano le increspature di un lago artificiale, irruvidendone la superficie.
È questa, la parte più rigogliosa di Astypalea: un vallone ricoperto di vegetazione che degrada fino alla spiaggia di Livadi, nella parte occidentale dell’isola.
Mettiamo in moto, e la nostra prossima destinazione è un lembo di territorio affacciato sul mare, possibilmente isolato. Possibilmente ameno e pescoso… e magari dotato di “studios” a pochi metri dalla spiaggia.
Ma una volta in prossimità dei mulini a vento di Chora, il fascino della sua piazza principale, nella parte più bassa del crinale dominato dal castello, impone una sosta al bar per un frappè di caffè e una ipercalorica baklava, giusto per abituare lo stomaco ai sapori della cucina ellenica.
La spiaggia di Maltezana
Poi, sotto il sole deciso del primo mattino, riprendiamo la strada in direzione del porto di Agios Andreas, ed eccoci a Maltezana: poche case bianche che seguono il profilo della costa lungo tutto il suo tratto sabbioso, prima che le frastagliature e i rilievi arsi della parte orientale rendano di nuovo impossibile una moderna ricolonizzazione del territorio.
Troviamo alloggio nello “studios Barbara” e, contrattando un po’, affittiamo due mini-appartamenti con cucina e terrazzo al prezzo di 25 euro a notte ad appartamento (bassa stagione).
Le camere sono pulite e ridipinte di fresco. Il tema cromatico è lo stesso di tutta la Grecia balneare: bianco e blu per pareti e finestre, e una vista da cartolina sulle acque sempre limpide dell’Egeo.
Il resto della giornata lo trascorriamo al sole, testando la limpidezza e la pescosità delle acque subito di fronte al Barbara e agli altri studios affacciati al lungomare.
Questo è stato il nostro primo impatto con l’isola: niente comitati di accoglienza, né sagre di paese o promoter di villaggi turistici ad indicarci la direzione per un comodo quattro stelle con piscina e animazione per i bambini.
La Grecia che conosciamo è una terra essenziale, rustica, dominata dal mare e dalle attività ad esso collegate.
E mentre osservi le isole di Lignonisi e Khondronisi dalla spiaggia di Maltezana, hai la sensazione che poche cose siano cambiate da quando, in fondo solo pochi anni fa, il piccolo supermercato del paese ha iniziato a rifornirsi di creme solari e ombrelloni, oltre che di generi alimentari e scatolame proveniente dalla terraferma.
Maltezana offre diverse possibilità di pernottamento, mentre, a poco meno di un chilometro, è sorto un piccolo aeroporto che collega l’isola con il Continente.
Come arrivare ad Astipalea
Per chi arrivi, come noi, con un traghetto dal porto del Pireo (www.superfast.com per i traghetti da Ancona e www.bluestarferries.com per la tratta greca), una visita a questo piccolo miracolo della modernità è comunque ben spesa: la pista, in leggera pendenza, è stata letteralmente spianata in mezzo alle rocce, mentre il piccolo edificio bianco è più vicino a una costruzione tipica che ad una stazione aeroportuale.