Da Podgorica a Sveti Stefan, da Bar a Budva fino alle Bocche di Cattaro, scopri dove andare e cosa visitare durante una vacanza in Montenegro.
Situata nel cuore dei Balcani, tra il mare Adriatico ed i monti delle Alpi Dinariche, la Repubblica del Montenegro è un paese ricco di arte e di cultura con una natura rigogliosa e incontaminata.
Unita in precedenza alla Serbia, nell’Unione di Serbia e Montenegro, il 21 maggio 2006, grazie ad un referendum, il Montenegro ha affermato la sua indipendenza divenendo Repubblica del Montenegro, con capitale Podgorica.
Dove andare in Montenegro
La costa montenegrina è tutto un susseguirsi di promontori, baie, isolette con una profonda insenatura, il golfo delle Bocche di Cattaro, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Altra caratteristica del paese sono le immense montagne che si innalzano sul litorale adriatico dividendo la zona costiera dall’entroterra.
La città di Bar, invece, ospita il più importante porto commerciale del Montenegro.
Ricchissimo è il patrimonio artistico e culturale del paese.
Sul litorale, ad esempio, si trovano importanti siti archeologici e piccole città medievali come Herceg Novi (Castel Nuovo) situata all’ingresso delle Bocche di Cattaro,, Kotor e Budva con le loro architetture di stile romanico, gotico, rinascimentale e barocco.
Proprio a Kotor si trova la cattedrale romanica san Trifone che con il suo ricco tesoro è la chiesa più importante del Montenegro.
Da vedere, inoltre, vicino a Podgorica i resti dell’antica città romana Doclea e quelli della città medievale di Stari Bar (Antivari Vecchia) con antiche fortificazioni, chiese e palazzi.
Merita, infine, una visita la vecchia capitale Cettigne, con il suo antico monastero, in cui sono custoditi manoscritti e antichi documenti ed il Palazzo della Corte del re Nicola I di Petrovic dove è custodita l’icona della madonna di Fileremo, una delle più antiche e famose al mondo.
Sveti Stefan
Vera e propria capitale della mondanità è invece, Sveti Stefan, località attrezzata con eliporto e un molo per barche e panfili, rinomata per le sue acque cristalline che richiamano una clientela di lusso, dalle teste coronate alle star del cinema e della musica, dai capi di stato ad artisti e letterati di fama mondiale.
Sveti Stefan, da una condizione di isola quasi deserta alla fine della Seconda Guerra Mondiale, grazie alla lungimiranza di alcuni illustri pittori montenegrini, fu trasformata in un lussuoso albergo, che, conservando l’affascinante struttura urbanistica e architettonica del luogo, offre un comfort in grado di soddisfare i turisti più esigenti.
Due gli aeroporti del paese, gli scali aerei di Podgorica e quello di Tivat.
Podgroica
Se il Montenegro è una delle poche regioni europeo a poter vantare in poco più di 150 kilometri quadrati una così vasta varietà paesaggistica, Podgorica, la sua capitale, per non essere da meno, è un vero e proprio crocevia di popoli e culture che, nei secoli, ne hanno segnato la storia.
Con i suoi 150.000 abitanti, Podgroica, centro politico, amministrativo ed economico del Montenegro, è la città più popolosa del Paese ma anche quella dove tutti possono trovare punti attrattivi di particolare interesse.
Grazie alla sua posizione, Podgorica è la base ideale per una vacanza che comprenda sia un soggiorno al mare che escursioni montagna.
Ad una sola ora di macchina, infatti, ecco le magnifiche spiagge della costa montenegrina, con le Bocche di Cattaro, l’aristocratica Budua o l’orientale Bar.
Lo stesso tempo è necessario per raggiungere, sempre dalla capitale, le vette della catena del Durmitor, con le famose cime del Bobotov Kuk e le vicine località sciistiche su tutte Bjelasica, ambita meta degli amanti degli sport invernali.
Oggi Podgorica (un tempo denominata Titograd, in onore del capo storico della Jugoslavia) appare come un centro moderno ma a ben vedere, non sono pochi i simboli che testimoniano la sua storia millenaria, come ad esempio i resti della Duklja, un bellissimo sito archeologico, o l’antico insediamento di Varos, su cui si staglia la torre dell’orologio, interamente in pietra, che oltre a fungere da faro è uno dei simboli della capitale montenegrina.
Non bisogna allontanarsi molto da Podgorica, poi, per raggiungere il Lago di Skadar per rimanere ammaliati dal panorama che si gode su tutta la valle di Zetska.
Infine, un suggerimento enologico, doveroso per chi si rechi in Montenegro. Il Vranac e il Procorden sono due vini pregiati che si ottengono dalle squisite uve della zona. Da gustare anche il rakiya, un brandy chiamato “acqua della vita”.
Bar
Città costiera del Montenegro meridionale, Bar è anche il più importante porto del Paese attraverso il quale è collegata all’Italia.
E proprio al Belpaese, con ogni probabilità, si deve il toponimo Antivari, altro nome della città di Bar: la sua posizione speculare rispetto a Bari, il capoluogo della Puglia, ne avrebbe fatto un “anti Bari”.
Il legame tra le due Bari è sempre stato molto forte, al di là dell’origine comune del nome, che significa “villaggio che sta sul mare”.
Raggiungere Bar dalla zona nord del Montenegro, dopo aver superato le Bocche di Cattaro e la città di Budua, significa percorrere chilometri di strada costiera, tra baie ed insenature che appaiono e scompaiono alla vista con la velocità di uno scatto fotografico.
Scogli e piccole isole punteggiano il mare turchese di un verde intenso prima di entrare nella parte antica della città.
Si attraversa Bar e si tocca con mano il susseguirsi di civiltà che qui hanno lasciato il segno.
I minareti ricordano la dominazione ottomana così come la vecchia Stari Bar, cuore turco di Bar racchiusa in una fitta cinta muraria.
Nonostante il trascorrere del tempo e le vicende belliche che ne hanno caratterizzato la storia, il nucleo della città di Bar sembra non aver subito il deperimento dovuto al succedersi degli eventi.
Le antiche case in pietra, le moschee, il castello addossato alla roccia sono lì a testimoniare la forza di una cultura che ha saputo resistere ad ogni forma di contaminazione.
Al di là del centro storico, si staglia la città nuova, con moderne costruzioni e strutture alberghiere che nei mesi estivi ospitano migliaia di turisti, attratti da un contesto naturale tra i più belli d’Europa, che si spinge per diversi chilometri a sud fino al confine con l’Albania.
Budva
Tra le località turistiche della costa montenegrina, una menzione speciale merita, senza dubbio, la cittadina di Budva, (Budva) poco più di 10.000 abitanti ed un fascino unico che l’ha resa celebre sin dagli inizi del ‘900.
Qui il turismo è sempre stato un punto di forza e la principale fonte di guadagno per la popolazione locale.
L’attuale fisionomia della cittadina costiera del Montenegro risente in maniera forte della sua storia millenaria: prima la dominazione dei Romani poi, in età moderna, la presa da parte della Repubblica di Venezia, quindi l’occupazione degli Austriaci prima dell’annessione alla Jugolsavia di Tito.
Proprio negli anni tittini Budva conobbe il suo boom turistico, con il jet set internazionale ospite fisso delle spiagge di Yaz, Trsteno e Ploce.
Spiagge di ciottoli e sabbia fine che contribuiscono a conferire un colore turchese alle acque del mare. Un vero paradiso per gli amanti della natura e del naturismo.
Per questi ultimi sono state riservate campeggi e spiagge in cui poter trascorrere il tempo all’aria aperta completamente nudi. Budva, per la sua conformazione e la sua movida, è considerata la Saint Tropez del Montenegro: una lingua di terra che si tuffa direttamente nel Mare Adriatico.
I vicoli e le piazze sono lastricate in pietra e, di giorno illuminate dalla luce del solo di notte da quelle artificiali, restituiscono una tonalità all’intero centro storico che fa il paio con i colori intensi del mare e della vegetazione circostante.
Alcuni alberghi, in voga sin dai primi anni del ‘900, hanno saputo mantenere nel tempo l’austerità conferitagli dagli ospiti regali che qui erano di casa.
Bocche di Cattaro
«Nel Montenegro si intrecciano minuscolo e grandioso». Così il regista Emir Kusturica, origini montenegrine, definisce la sua terra.
A giudicare dalla vista di posti come le Bocche di Cattaro appare impossibile dargli torto. Un immenso fiordo, che richiama alla mente quelli norvegesi, che sembra tagliare in due i monti che precipitano a picco nel mare.
Tutto intorno cipressi, ulivi secolari, piante selvatiche i cui profumi si mescolano inebriando il visitatore nell’approdo di quello che è uno dei più spettacolari porti naturali d’Europa.
Un’area di 87 chilometri quadrati dichiarata nel 1979 Patrimonio mondiale dell’Umanità dall’Unesco.
L’ingresso alle bocche di Cattaro è delimitato dalla penisola di Prevlaka e dalla Punta d’Ostro e, a sud, dalla Punta d’Arza oltre la quale si entra nella baia di Topla, anche nota come golfo di Castelnuovo.
Cattaro, Kotor in montenegrino, la città in fondo al fiordo che dà il nome alle Bocche, è cinta da possenti mura.
La gente di mare, i mercanti e, in tempi successivi, i militari hanno conferito un’aria austera a questa cittadina che ricorda una piccola Venezia, con le sue calli levigate dal tempo e la cattedrale di San Trifone, autentico gioiello d’architettura romanica. E che dire, poi, dei palazzi nobiliari, con fregi e rosoni esaltati dai raggi del sole, che danno la misura di una certa nobiltà insita in questi luoghi.
Appena fuori dalle Bocche, dove il mare incrocia il Monte Nero, ecco il centro di Castelnuovo, una delle principali località turistiche della zona che, pur priva di spiagge di sabbia, nei mesi estivi sveste gli abiti di un tranquillo borgo marinaro per vestire quelli più caldi di una movimentata località dei divertimenti.