Giocare e scherzare, soprattutto tramite canali comunicativi sociali quali Facebook, piace a tutti. Come pure fare parte di gruppi e di sistemi aggregativi in generale che ne rappresentano l’essenza e ne esaltano il valore della condivisione di informazioni ed esperienze di vita. Ma siamo sinceri, esistono anche delle dinamiche che, oltre a strappare un sorriso, fanno storcere un po’ il naso.

Trattasi delle cosiddette “catene di Sant’Antonio”, un ormai datato meccanismo di propagazione del messaggio che induce il ricevente a provvederne a sua volta all’invio a numerosi altri destinatari. Fino a raggiungere un perfetto “effetto domino” per il quale tutti, prima o poi, ne saranno interessati.

Un tempo furono le e-mail, poi gli sms, infine (ma sicuramente non ultime) le piattaforme sociali. A mano a mano che la tecnologia ha fatto i suoi passi, le catene di Sant’Antonio – originariamente lettere inviate per posta con lo scopo di ottenere aiuti ultraterreni in cambio di preghiere ai Santi, Antonio in primis – hanno continuato a trovare terreno fertile al loro continuo propagarsi.

Spesso nelle vesti di avvertimenti a protezione della propria sicurezza (cosa dire dei messaggi che proliferano su numerose bacheche di Facebook in difesa della propria privacy impugnando ben poco definiti elementi giuridici?) o talvolta mascherate da presunte campagne di sensibilizzazione di interesse collettivo.

E’ di questi giorni il giochino “Andrò in x per x mesi”, che altro non è che un testo sotto forma di catena inviato tramite posta privata su Facebook alla proprie amiche (solo donne quindi) che inizia recitando “è arrivato il momento per supportare la campagna per aumentare la consapevolezza di tutti in tema di cancro al seno”.

Per fare questo, “copiate e incollate questo messaggio e inviatelo a tutte le vostre amiche (per posta). Il giochino di quest’anno consisterà nello scrivere sul vostro stato il mese e il giorno della vostra nascita nel seguente modo […]”. E le istruzioni a seguire…

Bene, che sia una iniziativa simpatica e che induce al sorriso, non c’è dubbio, ma che in questo modo possa sostenere un progetto ben più importante e delicato quale la prevenzione del tumore alla mammella risulta un po’ difficile crederlo.

Prima di tutto perché non ci sono collegamenti dimostrabili con associazioni né effettive attività a sostegno, nascendo sul social network presumibilmente in maniera spontanea. E poi anche perché è risaputo che le catene sono spesso foriere di “bufale” vere e proprie, inducendo l’effetto opposto a quello richiesto, nella maggior parte dei casi, fastidio.

Il giochino sta generando in queste ore anche migliaia di commenti polemici tra coloro che non hanno visto di buon occhio la cosa.

Tra i commenti più condivisi su Facebook spicca quello del barese Paolo Benetollo

post di Paolo Benetollo.

oltre 2.700 like e 37.000 condivisioni e quello di Selvaggia Lucarelli

oltre 10.000 like e 5.000 condivisioni.

Ricordiamoci invece che esiste l’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) che lavora fin dal 1965 per promuovere la ricerca oncologica in Italia e che a breve ricorrerà il mese che la LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori), insieme alla Estée Lauder Companies, dedica alla campagna “Nastro Rosa”, ormai giunta alla ventesima edizione.

Andiamo dunque anche in viaggio in giro per il mondo e ridiamo alla vita, vivendola con leggerezza, ma non dimentichiamo allo stesso tempo di dare il giusto valore alle cose.