Scopri come l’innovazione e la telemedicina sta plasmando il futuro del Welfare, promuovendo politiche pubbliche più inclusive e benessere diffuso per le persone.
L’innovazione è destinata a migliorare il Welfare e le politiche pubbliche più in generale, favorendo l’inclusione delle persone fragili e una maggiore diffusione del benessere.
Ma qual è e quale può essere nel futuro il ruolo dell’innovazione nei servizi sociali per contribuire a un futuro del Welfare più sostenibile e sempre più vicino alle esigenze di persone e famiglie.
La lunga parentesi del Covid ha portato ad un utilizzo sempre maggiore di internet e delle nuove tecnologie anche nei servizi sociali. Attraverso gli strumenti telematici, gli assistenti sociali hanno infatti fornito ascolto, mantenendo i rapporti con le persone seguite e con i colleghi, ed è stato possibile anche sviluppare il lavoro interprofessionale fra i diversi servizi.
Le nuove tecnologie abbattono le barriere
Mai come durante i mesi della pandemia, le nuove tecnologie hanno consentito, attraverso collegamenti da remoto, di mantenere un filo diretto con le persone in difficoltà, garantendo la continuità di servizi di fondamentale importanza e di grande impatto sociale.
Senza il massiccio utilizzo di internet, e quindi delle chat, delle App e degli altri strumenti digitali a disposizione, molte persone sarebbero state tagliate fuori, costrette ai margini, con pesanti ricadute, molto difficili da recuperare.
Chiusa, almeno in buona parte, la lunga parentesi dell’emergenza, ora è necessario dare continuità a quanto sperimentato e, in molti casi, portato a regime. Per non rendere ancora più fragile la realtà sociale nella quale viviamo, diventa fondamentale spingere perché il ricorso alle tecnologie digitali avvenga all’interno di trasformazioni del welfare che ne riconoscano la centralità attraverso l’investimento di nuove risorse destinate anche alla stabilizzazione del lavoro.
Arriva la telemedicina
Nel welfare pubblico, l’utilizzo di tecnologie come la telemedicina ha permesso di migliorare l’accesso ai servizi sanitari, soprattutto nelle aree rurali e periferiche. Secondo l’Osservatorio Innovazione Digitale nel Welfare, nel 2022, il 64% delle regioni italiane ha utilizzato la telemedicina per la gestione delle patologie croniche, mentre il 56% per le visite specialistiche. L’utilizzo di applicazioni e piattaforme digitali ha inoltre semplificato l’erogazione di servizi sociali, come l’assegnazione di sussidi e la gestione dei centri di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo.
Dal 2024 sempre più servizi on line
Un processo destinato a coinvolgere tutto il Paese: a inizio 2024 partiranno le prime prestazioni di telemedicina del Servizio Sanitario Nazionale. Saranno quindi prescritte con ricetta del medico (gratuite o con il ticket) e cureranno on line, come prevede il PNRR, almeno 200mila italiani.
Il timing prevede una iniziale fase di progettazione e realizzazione, per poi passare alla messa on line a fine 2023, in modo così di agganciare i servizi regionali a partire dal 2024.
La mission del nuovo servizio è assicurare l’erogazione di prestazioni in modo omogeneo in tutta Italia, rispettando gli standard nazionali attraverso tutta una serie di strumenti, come codifiche, nomenclatori e sistemi di definizione di linee guida, best practice e percorsi diagnostici terapeutici assistenziali.
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